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Zurigo Assicurazioni più finanza con una nuova soluzione vincente Zurigo Assicurazioni più finanza con una nuova soluzione vincente
Capital Certificate: un mix di sicurezza, performance e benefici fiscali per la previdenza. A cura di Gian Luigi Trucco. Cresce la presenza del mondo... Zurigo Assicurazioni più finanza con una nuova soluzione vincente

Capital Certificate: un mix di sicurezza, performance e benefici fiscali per la previdenza.

A cura di Gian Luigi Trucco.

Cresce la presenza del mondo assicurativo nel campo finanziario e dell’investimento. Il terreno della previdenza integrativa si rivela particolarmente fertile nel favorire questo connubio e la tendenza vede, tra i protagonisti svizzeri, Zurigo Assicurazioni in posizione di leadership.

La holding del Gruppo possiede il 100% di Zurich Invest AG, società operativa con capitali in gestione che sfiorano ormai i 39 miliardi di franchi, impiegati attraverso tre unità e piattaforme d’investimento legate a 23 gestori esterni di fondi selezionati in funzione di strategie e tipologie di strumenti in portafoglio. Si tratta di soluzioni, flessibili e innovative, rivolte sia alla clientela privata sia a quella istituzionale, quali fondi pensione, family office, trust.

“La previdenza integrativa è per gran parte della popolazione uno dei temi del momento” afferma Domenico Sartore (nella foto), Agente Generale Indipendente a Lugano “e Zurigo si è posizionata, accanto al ruolo di leader nelle formule assicurative tradizionali, sempre più quale leader nel campo delle soluzioni previdenziali. Le ricerche ci dicono come la previdenza costituisca una delle maggiori preoccupazioni, insieme al mantenimento, o alla ricerca, del posto di lavoro. Lo scenario non è particolarmente roseo. Le prospettive sono al ribasso, vista la bassa redditività dei capitali a fronte della maggior speranza di vita. Tuttavia notiamo anche una maggiore consapevolezza della questione previdenziale, anche da parte dei giovani, e il desiderio di ricercare soluzioni nuove accanto a quelle tradizionali. Preoccupazione e voglia di rendimento si uniscono però al desiderio tipicamente svizzero di puntare anche alla sicurezza. D’altro canto è sempre più evidente come una maggiore performance comporti inevitabilmente l’assunzione di un certo rischio. Noi però abbiamo anche il vantaggio di pianificare sul lungo termine, meno sensibili dunque alla volatilità e agli scossoni di breve periodo”.

Ecco dunque la quadratura del cerchio, o meglio del classico triangolo “performance, sicurezza, vantaggi fiscali” che Zurigo ha realizzato con la creazione del nuovo strumento Capital Certificate, emesso da Société Générale per conto di Zurich. Uno strumento tanto più interessante oggi, in un contesto di tassi bassi, destinati probabilmente a restare tali a lungo, con il mercato azionario a rappresentare la pressochè sola opportunità a cui rivolgersi.

Come ci illustra Matteo Masera, Pianificatore Pensionistico e Finanziario “esso consiste in una polizza a premio unico, con capitale minimo di 20.000 franchi, della durata di 10 anni, destinata a chi non sia ancora in età pensionabile ed abbia più di 50 anni. La polizza è esente dall’imposta sul reddito per il rendimento conseguito, tutela gli eredi e prevede un capitale garantito in caso di decesso, pari al valore di mercato e comunque non inferiore al 101% del versamento iniziale. L’evoluzione del capitale è legata all’andamento dell’indice SMI della Borsa di Zurigo, un listino di qualità, prevalentemente difensivo, caratterizzato da componenti che pagano alti dividendi (reinvestiti nel programma), in una valuta forte e quindi esente da rischi di cambio. Il meccanismo della polizza prevede un “buffer” cioè la garanzia del 100% del capitale fino ad una ipotetica perdita massima del listino del 30%, con probabilità poco più che nulla di realizzarsi. Viene riconosciuto al massimo l’80% della performance dell’indice, al netto della tassa di bollo che Zurich si accolla, e la Compagnia aggiunge alla performance un 10% quale compenso per l’inflazione nei 10 anni di vita della polizza. In più non è previsto un questionario sullo stato di salute del sottoscrittore”.

“Lo strumento non è però ad emissione continua” aggiunge Sartore. “Ha incontrato un grande favore e la prima sottoscrizione dell’anno, chiusasi a fine giugno andata esaurita. Una seconda sottoscrizione è già ora disponibile fino a metà novembre. Si tratta di un mix assicurativo-finanziario che va nella direzione di quanto il mercato chiede, assecondando le esigenze del cliente. Si presta bene alla pianificazione integrando e diversificando il tradizionale portafoglio bilanciato tra azioni, obbligazioni ed eventualmente proprietà immobiliare, con un occhio agli aspetti fiscali. E questa è la prospettiva in cui ci collochiamo, cioè quella della consulenza globale, che abbracci gli aspetti assicurativi, finanziari, previdenziali, fiscali, immobiliari, successori…”

“Per quanto concerne specificatamente il Capital Certificate” aggiunge Masera “vi sono particolarità che meritano di essere sottolineate, come quella del buffer, cioè la possibile perdita massima del 30%. In altri prodotti, quali convertibili o strutturati, essa può verificarsi in ogni momento della vita dello strumento, danneggiando quindi l’investitore. Nel nostro caso conta solo la quotazione al momento della scadenza. Peraltro abbiamo effettuato un back-test andando a ritroso fino al 1989, e l’indice SMI non ha mai registrato una perdita superiore al 30%. (quella massima sfiora il 21%). Il rischio per il cliente è dunque ridotto ai minimi termini. Anche il fatto che si tratti di una polizza a premio unico senza possibilità di versamenti aggiuntivi non rappresenta un limite. Il cliente può, qualora abbia disponibilità finanziarie, stipulare polizze successive assicurandosi una sorta di “rendita di capitali”, con benefici fiscali rilevanti rispetto al caso in cui incassasse rendite periodiche ordinarie”. Sartore ribadisce che “la questione fiscale è rilevante e il Ticino non è ben posizionato rispetto agli altri Cantoni, anche nella tassazione di natura previdenziale. Basta fare il confronto con i Grigioni dove, ad un certo livello di capitale, l’aliquota si stabilizza. Se poi guardiamo il panorama internazionale, dovremo fare i confronti con una competitività sempre maggiore nell’accaparrarsi buoni pensionati, dal Portogallo alla Grecia, fino ad altri Paesi che seguiranno. Del resto la competitività fiscale è di casa anche per le aziende all’interno stesso dell’Unione Europea. Frattanto il Capital Certificate ci dà buone soddisfazioni, e soprattutto soddisfa le esigenze della clientela. Nato per piccoli e medi investitori, notiamo come sia usato anche da quelli di maggior portata nel quadro della diversificazione e del ribilanciamento dei loro portafogli, talvolta anche con importi elevati. E per il futuro puntiamo ancora di più su prodotti e servizi rivolti agli investitori istituzionali che, peraltro, costituiscono già un’abbondante quota dei 39 miliardi di capitali gestiti. Per gli istituzionali siamo in grado di realizzare prodotti su misura e ricercare soluzioni ad hoc scegliendo tra varie alternative. Di tutto ciò finiscono poi col beneficiare anche i clienti più piccoli, in quanto possiamo avere maggior potere contrattuale e spuntare con le controparti condizioni più favorevoli da cui tutti poi traggono vantaggio. Prezzi e spese più basse, alla fine, comportano performance superiori. Quanto al rischio di mercato che il prodotto Capital Certificate porta con sé, non possiamo annullarlo, ma certamente lo possiamo abbassare quasi a zero, operando su un buon mercato che conosciamo e in una valuta stabile che esclude il rischio di cambio”.

Photo: Domenico Sartore

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